Al Teatro di Corte di Palazzo Reale, splendido concerto dell'Associazione Scarlatti con un repertorio classico spagnolo al centro del programma.
Il maestro Aniello Desiderio, musicista affermato a livello internazionale, ormai da alcuni anni non aveva avuto modo di esibirsi nella città di Napoli in un concerto solistico e la serata organizzata pochi giorni fa dall’Associazione Scarlatti nella bella cornice del Teatro di Corte del Palazzo Reale ha rappresentato per molti un evento di imprescindibile valore artistico. Il programma eseguito, ricco di suggestioni e spunti di riflessione su ciò che la chitarra può offrire ancora ai giovani interpreti, ha rappresentato anche un viaggio nella storia di questo affascinante strumento, troppo spesso confinato in banali cliché culturali ed ancora sottovalutato dai compositori delle ultime generazioni.
Il concerto ha avuto inizio con due brani molto noti del compositore spagnolo Isaac Albeniz (1860-1909), ovvero Asturias e Sevilla. Il grande pianista e compositore spagnolo, noto per le sue notevoli capacità tecniche, è legato alla storia della chitarra per le tante trascrizioni dei suoi brani che ben si prestano all’esecuzione con tale strumento, sia per la forza evocativa di un mondo di ritmi e melodie proprie della Spagna, sia per una certa gestualità tecnica che sembra appartenere più alle caratteristiche strutturali della chitarra piuttosto che del pianoforte. Desiderio è padrone dei brani, i fraseggi sono eseguiti con scioltezza e precisione, mai banali, il senso della compiutezza d’ogni frase è sempre ricercato e controllato oltre che gestito in una sonorità voluttuosa, quasi ipnotica per le sue molteplici possibilità timbriche.
I brani di Albeniz sono stati seguiti da alcune composizioni di Turina (1882-1949), altro nome di grande rilievo nella storia dei compositori spagnoli. Il maestro si mostra davvero a proprio agio con gli autori della tradizione spagnola, e l’interpretazione di ogni pezzo è sempre molto fluida e studiata, ma ciò che colpisce notevolmente è l’esecuzione della Suite Espanola di Gaspar Sanz (1640-1710). Notevole teorico e compositore del seicento spagnolo, forse il maggiore teorico del periodo in campo chitarristico, diede vita a brani musicali di grande interesse compositivo sia per la ricercatezza dell’inventiva sia per l’equilibrio tra il gesto chitarristico e la capacità di dar vita ad un universo armonico elegante e ricercato sempre in linea con la prorompente vitalità ritmica propria della tradizione a cui apparteneva.
Molto equilibrata è stata l’interpretazione delle sonate di Domenico Scarlatti trascritte dallo stesso Desiderio, come pure l’esecuzione della celebre Rossiniana di Mauro Giuliani, che ha avuto i suoi momenti di vivo interesse da parte del pubblico. Il concerto si è chiuso con l’esecuzione di un “classico” di Carlo Domeniconi (1947), compositore e chitarrista molto noto fra gli amanti di questo repertorio: qui le pagine di questo suo piccolo capolavoro sono state riadattate dal maestro Desiderio ed una intera sezione è stata lasciata alla libera improvvisazione. La serata può dirsi un autentico successo, un tutto esaurito con tanti giovani che affollavano la sala, ed un'accoglienza fra applausi calorosi ed un entusiasmo quasi da “tifo” calcistico, omaggio davvero meritato per il musicista campano, che tanta passione e studio ha dedicato alla chitarra classica e che frequenta i palcoscenici ed i festival musicali di tutto il mondo.